Un doloroso intenso testo che ripercorre i giorni della strage nazifascista di Marzabotto. Ricco di testimonianze dei sopravvissuti, una denuncia di quanto il nazifascismo ha compiuto a Marzabotto e in tante altre località dell'Italia. In appendice i verbali dei consigli comunali dove venne discusso e negato il perdono richiesto da Reader. Un libro che dovrebbe essere letto in tutte le scuole per non dimenticare.
Renato Giorgi Renato Giorgi, «Angelo» nasce il 26 febbraio 1916 a Battaglia Terme (PD). Alla vigilia della guerra entra a far parte del movimento GL che opera a Bologna.
Nel 1942, quando era insegnante di lettere in una scuola di Cortina d'Ampezzo (BL), è richiamato alle armi e inviato in Russia, come ufficiale di cavalleria. Salvatosi dal disastro della ritirata nell'inverno 1942-43, viene trasferito a Parma, dove l'8 settembre 1943 - mentre comanda il servizio sicurezza militare di alcuni uffici pubblici - si scontra con i tedeschi.
Alla fine del settembre 1943 entra a far parte del gruppo dirigente del PdA di Bologna, occupandosi dell'organizzazione delle formazioni militari.
All'inizio della primavera 1944 è inviato nella zona di Castel d'Aiano dove partecipa all'organizzazione delle formazioni partigiane GL. Nell'estate passa nel Frignano (in provincia di Modena) ed è uno dei principali collaboratori di Mario Ricci «Armando» durante la Repubblica di Montefiorino. Partecipa ai principali combattimenti contro i tedeschi e dopo la fine della «repubblica», si sposta nella zona di Monchio (Palagano - MO) dove assume il comando del gruppo di brigate Est Giardini.
Nell'autunno 1944 riceve l'ordine di avvicinarsi a Bologna, per partecipare alla battaglia per quella che si riteneva l'imminente liberazione della città. Giunto l'annuncio che gli alleati avevano interrotto l'avanzata, guida i suoi uomini verso sud e attraversa le linee a Lizzano in Belvedere. Le sue brigate furono riorganizzate e riarmate dagli americani ed entrarono a far parte della div Armando, forte di oltre 2.500 uomini.
Per tutto l'inverno 1944-45, prima di essere colpito da una grave malattia contratta per cause belliche, resta in linea e partecipa a tutti i combattimenti contro i tedeschi.
Rientrato a Bologna nell'aprile 1945, è nominato rappresentante del PdA nel CLNER.
Dopo aver rifiutato per due volte la medaglia d'oro al valor militare - perché riteneva che una simile decorazione spettasse ai caduti - ha accettato la medaglia d'argento al valor militare.
Riconosciuto partigiano con il grado di capo di stato maggiore della div Modena dall'1 ottobre 1943 alla Liberazione. Grande invalido di guerra.
Ha pubblicato: Racconti della Resistenza; La strage di Marzabotto, poi ristampato col nuovo titolo: Marzabotto parla; Sette stelle d'argento; Franco fra i ribelli; Sasso Marconi, cronaca di allora e di dopo; II partigiano Niccioli e altre storie. [